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Il saggio di Valagussa mette bene in luce l'intreccio tra l'uguaglianza dei diritti di ciascuna creatura umana e la potenza della ragione calcolante che struttura ogni progetto tecnologico; la conquista di tutto ciò non è, però, un progresso pacifico e lineare. Il pericolo maggiore di questa tecnodemocrazia è la presunzione di tecnologica onnipotenza, una fissazione che a un secolo e mezzo di distanza ci appare non troppo diversa da quella che pervade Ahab nella sua ultima crociera sul Pequod.